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Le Sagre Paesane Hanno Il Proprio Marchio

Un trend che riscuote un indiscusso e perdurante successo è quello delle sagre paesane, scrigno di tradizione e di folklore locale. Già da molti anni, le sagre paesane hanno puntato sul proprio marchio registrato.

A cosa è dovuto tale successo?

Prima di tutto, il binomio buon cibo ed atmosfera festosa attrae turisti e non solo, le varie associazioni locali si danno un dar da fare per organizzare la miglior sagra della zona, per attrare il maggior numero di persone. Ecco perché registrare marchio è uno strumento per veicolare la comunicazione e far conoscere la propria località al grande pubblico. Oltre al buon cibo, la sagra diventa occasione di promozione e valorizzazione delle risorse del territorio, ecco perché le amministrazioni locali sono attente a che tutto vada per il meglio.

Quali le principali attrazioni delle sagre paesane?

Possono trattarsi di mercatini, festival musicali, sfide culinarie, oppure performance di artisti di strada, per la serie l’aspetto eno-gastronomico si fonde con gli spettacoli che possono personalizzare l’evento. Il format indubbiamente funziona, ecco perché varianti sul tema si affrettano a registrare un marchio che possa differenziare la specifica sagra, creando valore aggiunto agli occhi dei partecipanti. Le prima sagre puntarono soprattutto sul prodotto culinario locale, per promuovere e diffondere l’evento paesano, oggigiorno si punta sulle “ospitate” dei personaggi televisivi più noti al grande pubblico, per dare novità all’evento locale.

Il giro d’affari delle sagre paesane

Questi eventi locali sono divenuti, a tutti gli effetti, dei veri e  propri business, ecco perché il quanto costa registrare un marchio è uno degli argomenti che viene discusso presso le amministrazioni e le associazioni locali, ossia stanziare a budget delle risorse che verranno dedicate alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse eno-gastronomiche e tradizionali. L’acquisita sensibilità dei vari enti locali verso questa forma d’investimento denota che il trend riscuote un costante successo e che il mercato è tutt’altro che saturo. Di conseguenza, oramai nessuna amministrazione vuole più rinunciare a “ritagliarsi uno spazio” che  possa dare nuova linfa sia alle casse comunali sia creare un giro d’affari per tutto il tessuto economico locale con il relativo indotto.

Conclusioni

Annotiamo che nel corso degli ultimi anni sono stati creati anche dei format culturali, che certamente danno lustro alle nostre città e che rivestono un occasione di crescita sociale e culturale per i partecipanti. Infatti, oltre al classico cibo per il corpo, si è valorizzato anche un format che possa giocare il ruolo di “cibo per la mente”. Di conseguenza, la registrazione di un marchio per questa tipologia di eventi risulta la nuova frontiera da percorrere per gli addetti ai lavori.

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La Multi-Classe E La Mono-Classe Del Brand

Uno degli aspetti più particolari della registrazione marchio è certamente quello della possibilità di tutelare, in alcuni Paesi, un unico brand per più classi merceologiche contemporaneamente, a differenza di altri Paesi dove, invece, è obbligatorio tutelare il singolo brand per una sola classe merceologica.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa peculiarità?

Indubbiamente nei Paesi dove è ammissibile il deposito multi-classe, tutelare un marchio risulta un investimento ottimale, visto e considerato che con una piccola aggiunta di tasse si possono rivendicare riverse classi merceologiche, ognuna delle quali con la propria lista di prodotti e servizi. Al contrario, dove ciò non viene previsto dalla normativa locale, ci si vede costretti a dover depositare due o più brand, qualora si abbiano diverse classi merceologiche da dover rivendicare. Inevitabilmente, il quanto costa registrare un marchio ne risentirà in misura proporzionale.

Alcuni esempi classici di questa peculiarità

In Cina, oppure nei Paesi sudamericani è obbligatorio registrare marchio per una sola classe merceologica alla volta, quindi si otterrà la titolarità di due o più brand, ognuno dei quali per una stretta cerchia di prodotti e/o servizi. Lo stesso accade per l’Indonesia oppure per gli Stati Uniti, dove ogni singolo brand seguirà il proprio iter, indipendentemente da quello che sarà l’esito degli altri brand, appartenenti allo stesso titolare, per le diverse e distinte classi merceologiche.

Strategie di tutela

Visto e considerato che non c’è un solo modus operandi, quando si tratta di registrare un marchio, è decisivo ponderare se il proprio budget consente o meno di investire in alcuni Paesi, dove il deposito multi-classe non è ammesso. Altrettanto decisivo risulta informarsi previamente delle dinamiche peculiari della normativa locale del singolo Paese d’interesse, visto e considerato che alcuni di essi possono prevedere ostacoli lungo l’iter. Il fai-da-te risulta sconsigliato in tali ipotesi, inutili esborsi economici potrebbero vanificare irrimediabilmente il proprio business. Ricordiamo a tutti i nostri lettori che non esiste un marchio mondiale, esiste un marchio internazionale che però, poi, si traduce in un fascio di singoli marchi nazionali nei singoli Paesi oggetto di tutela. Di conseguenza, il fatto che si parli di “marchio internazionale” non significa che con un solo ed unico deposito si raccolga su tutto quanto!

Conclusioni

Una delle prime domanda da porre al proprio professionista di fiducia è quella di capire se nel Paese o nei Paesi d’interesse esista la registrazione di un marchio mono-classe o multi-classe. Una volta appurata la realtà dei fatti, si potranno a fare le proprie considerazioni e valutazioni, per la serie se poi mi ritrovo ad ottenere la registrazione per una sola classe, mi conviene depositare questo cambio? Oppure mi conviene valutarne un altro? Queste ed altre considerazioni devono essere esaminate previamente con il professionista, none esitate a chiedere, è un Vostro pieno diritto!

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Quali Sono Le Principali Criticità Per Registrare Un Brand In Cina?

Molti utenti ci contattano in quanto interessati a registrare un marchio in Cina. Cerchiamo di comprendere le principali difficoltà che si possono incontrare, una volta deciso di intraprendere questo passo.

Che cosa sono le sotto-classi merceologiche?

A differenza di molti Paesi, in Cina esistono sia le classi sia le sotto-classi merceologiche, vale a dire i prodotti ed i servizi vengono catalogati “in due livelli”, ecco perché molti marchi similari potrebbero pacificamente coesistere nel segmento di mercato. In altre parole, ogni singolo marchio registrato ha la propria nicchia merceologica, ossia dei prodotti e dei servizi ben precisi ed individuato che non si confondono con quelli presenti nelle altre sotto-classi merceologiche. Ecco perché una dettagliata ricerca per le banche dati può fare la differenza e consentire di evitare obiezioni e contestazioni sia da parte dell’Ufficio Marchi cinese sia opposizione da parte di terzi soggetti, titolari di brand già registrati.

La comparazione tra i marchi degli esaminatori

Un’altra differenza e peculiarità che si deve affrontare è la comparazione tra le anteriorità già tutelate e la nuova registrazione di un marchio. Cosa succede? E’ bene sapere che l’esame degli esaminatori locali non si basa nella valutazione complessiva, ma può limitarsi alla semplice e sola componente denominativa che, se presente anche nella nuova domanda di marchio, potrebbe pregiudicarne la richiesta. Ecco perché, anche qui, è necessario condurre una previa ed approfondita ricerca per le banche dati, per comprendere “come potersi muovere in tranquillità”.

Quale investimento aspettarsi?

Scontato dire che ognuno di noi gradirebbe che l’iter di registrazione fosse senza ostacoli, visto l’investimento da dover affrontare. D’altro canto, è bene sapere che, spesso e volentieri, i marchi possono subire delle obiezioni, vista la discrezionalità di giudizio di cui godono gli esaminatori incaricati, per la serie bisogna “mettere in conto” che potrebbe risultare necessario depositare una o più memorie difensive per il proprio marchio. Tutto ciò, ovviamente, inciderà sul quanto costa registrare un marchio. Anche in questa caso, condurre una previa ed approfondita ricerca per le banche dati  può risultare vincente e strategico per il richiedente.

Conclusioni

Il nostro studio specializzato consiglia vivamente di effettuare un’attenta e previa analisi e, poi, scelta del proprio brand cinese, per la serie registrare marchio in Cina non è affatto scontato, meglio essere prudenti fin dall’inizio ed adottare tutti gli strumenti legali disponibili, soprattutto quelli più moderni ed affidabili.

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I Personaggi Sportivi Tutelano Sempre Il Proprio Brand

Sia quelli notori siano quelli che non lo sono ancora, non possono prescindere dal possedere una o più registrazione marchio. Infatti, lo sportivo notorio è, a tutti gli effetti, un’azienda in continua evoluzione, quindi, non può certamente prescindere dall’assumere tutte le iniziative che possono salvaguardare la propria immagine.

Gli sportivi poco conosciuti come si muovono?

Per questi ultimi il percorso è ancora incerto, quindi, la strategia migliore da adottare è quella di attendere la sottoscrizione di contratti di sponsorizzazione, di merchandising e, magari di ingaggi veri e propri. In questa maniera, registrare un marchio risulterà un investimento che risulterà presto ripianato ed ottimizzato. Ovviamente, coloro che hanno l’ambizione e la speranza di gareggiare per le rispettive nazionali, oppure partecipare a competizioni internazionali con le loro squadre di club, dovranno “muoversi per tempo”, visto e considerato che la visibilità e la reputazione non tarderanno ad arrivare.

Quale portafoglio marchi per gli sportivi?

Come anticipato l’attività di salvaguardia del brand dovrà andare di pari passo con la crescita dell’immagine sportiva, ecco perché calciatori di fama internazionale hanno conseguito la registrazione di un marchio a livello pressoché planetario, a differenza degli sportivi “in erba”, certamente di belle speranze, ma allo stato attuale, sconosciuti al grande pubblico. Per quest’ultimi, una protezione nazionale è più che sufficiente. Una volta che i grandi procuratori sportivi cominceranno a seguire i nuovi talenti, allora “un cambio di passo“ si rivelerà necessario per promuovere al meglio l’immagine del nuovo talento.

Il valore del brand degli sportivi

Una volta sottoscritti dei contratti importanti con gli sponsor dell’abbigliamento e della calzatura, ecco che anche il valore economico del marchio registrato dello sportivo si accrescerà in misura esponenziale. Di conseguenza, un’apposita clausola contrattuale prevederà la misura della royalty che il main sponsor dovrà versare nelle tasche del campione, per potersi fregiare del brand nelle proprie campagne pubblicitarie. Oggi come oggi, non ci si può certamente far trovare impreparati di fronte alle opportunità di business, infatti, per molti atleti la prestazione sportiva in sé per sé non risulta essere più essenziale, a differenza di come si “veicola la propria immagine“.

Quale investimento dedicare al proprio brand?

Inizialmente, è evidente come tutto o quasi venga gestito a livello familiare, ecco perché il quanto costa registrare un marchio non risulterà mai una criticità, visto e  considerato che la tutela resterà confinata in ambito nazionale. Discorso diverso quando il talento entrerà sotto la protezione del procuratore sportivo, ecco che gli investimenti risulteranno maggiori e, conseguentemente, i costi degli investimenti cominceranno a lievitare. Scontato dire che i due approcci risultano completamente differenti. Instaurare delle relazioni professionali con dei manager e dei procuratori può consentire di fare “il salto di qualità” per uno sportivo ed aprirgli le strade del successo.

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In Quali Paesi L’investimento Nel Brand Risulta Più Economico?

Un modo inusuale di investire nel brand, è quello di considerare quei Paesi dove risulta oggettivamente più economico registrare un marchio. Infatti, c’è una differenza piuttosto marcata da Paese a Paese, visto le differenti tasse e specifiche attività da da dover porre in essere, vediamo quali.

Quali i Paesi più costosi?

Certamente i Paesi arabi, quali Emirati Arabi Uniti ed Arabia Saudita, dove il quanto costa registrare un marchio assume i connotati di un vero e proprio salasso economico! Ecco perché è opportuno prevedere un ragionevole, stabile e duraturo business in questi Paesi, al fine di evitare esborsi economici consistenti che non verrebbero ottimizzati nel corso degli anni d’attività. In aggiunta, si deve mettere “sul piatto della bilancia” anche i costi nella legalizzazione dei documenti, ossia lettere d’incarico, visure camerali ecc, che dovranno essere autenticate da un Notaio, per poi passare al Consolato competente, con gli inevitabili costi aggiuntivi da dover sostenere.

Quali i Paesi più economici?

Bisogna distinguere tra la sola attività di deposito del brand e le eventuali attività aggiuntive che si dovessero presentare, qualora il brand subisca delle eventuali obiezioni e contestazioni. Nel primo caso, i Paesi africani i Paesi del sud-est asiatico come le Filippine, la Malesia e l’Indonesia risultano certamente economici. Come anticipavamo, il costo ragionevolissimo per i suddetti Paesi, che si aggira sulle 1.000 Euro, potrebbe subire un incremento, nell’ipotesi in cui durante l’iter di registrazione marchio dovessero essere emesse le cosiddette Office Actions, ossia le diverse tipologie di obiezioni, legate alle possibili violazioni della normativa locale.

Quali sono le più comuni Office Actions?

Esse possono andare da rilievi di natura formale, come l’inadempimento ai requisiti amministrativi previsti dalla normativa locale, ai rilievi di natura sostanziale, quali la presenza di anteriorità ostative, ossia marchi similari al proprio, oppure la non corretta indicazione dei prodotti/servizi elencati nella classificazione merceologica. In tale ipotesi, la registrazione di un marchio potrebbe subire un brusco arresto procedurale, restare “sospesa” per diversi mesi ed, in alcuni casi, potrebbe condurre al rifiuto della domanda. In generale, prevedere le Office Actions non è sempre agevole, visto e considerato che i vari esaminatori incaricati decidono discrezionalmente, in base alla propria soggettività e sensibilità.

Conclusioni

In definitiva, questo modo inusuale di investire riguarda, più che altro, le grosse aziende che operano in numerosi Paesi extra-europei, le quali possono permettersi di selezionare i singoli Paesi dove andare ad investire nel proprio brand sulla base anche del relativo costo, per la serie se il mio business non è ancora decollato nei Paesi arabi,  attenderò tempi migliori prima di valutare di ottenere il marchio registrato.

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Le Comunità Religiose Scoprono Il Brand

Recentemente abbiamo cominciato a ricevere richieste sia di informazioni sia per possibili attività di tutela del brand da parte di comunità religiose. A quanto pare, registrare marchio è diventato una moda anche nell’ambito religioso, vediamo alcuni esempi pratici:

Perché le comunità religiose puntano su questo strumento di tutela?

Certamente il motivo più ovvio e banale è da ricercarsi nella nuova comunicazione digitale, divenuta imprescindibile tra i fedeli, sia di religione cattolica sia delle diverse confessioni. Infatti, diverse comunità religiose oramai frequentemente svolgono delle vere e proprie adunanza digitali, adottando le piattaforme digitali, dove vengono caricati i video delle funzioni religiose ecc. Di conseguenza, la piattaforma, il progetto digitale in generale necessita di una specifica tutela legale, ossia registrare un marchio è il passo naturale da compiere.

Quali vantaggi per le comunità religiose?

Prima di tutto e, senza alcun dubbio, il riconoscimento ministeriale di un marchio registrato legittima la comunità richiedente ad utilizzare in esclusiva il brand, soprattutto se viene ideato e realizzato un logo che rappresenta la cultura e la tradizione religiosa della comunità. Il livello di contraffazione, oramai, è molto elevato, ecco perché le stesse comunità religiose si sono sensibilizzate da questo punto di vita, per evitare spiacevoli episodi di plagio da parte di terzi soggetti.

Il riconoscimento ministeriale acquisito permette, anche di ottenere finanziamenti e sponsorizzazioni da parte di enti, organizzazioni internazionali, visto e  considerato che tali comunità assumono, spesso e  volentieri, la forma giuridica delle Onlus.

Quale investimento sostenere?

La singola comunità religiosa può decidere di investire nel solo Paese dove opera concretamente, mentre le varie comunità, appartenenti allo stesso credo, potrebbero fare lo stesso nei Paesi di loro competenza. Discorso diverso potrebbe essere valutato nell’ipotesi in cui esista un’organizzazione centrale che preferisca accentrare la titolarità dei brand, sparsi tra i vari Paesi. In quest’ultima ipotesi, il quanto costa registrare un marchio dovrà conformarsi al budget disponibile, per ottimizzare il possibile investimento da sostenere.

Caso pratico:

In questa fase, il nostro Studio specializzato si sta occupando della registrazione marchio per una comunità buddista nel nord Italia. I vari fedeli provengono da una regione asiatica e si sono stanziati in Italia oramai da diversi anni, integrandosi perfettamente nel tessuto sociale. Il suddetto brand richiama la spiritualità ed i valori ancestrali incarnati dal Buddha, con una veste grafica che, certamente, valorizza la mission della suddetta comunità religiosa.

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