I conflitti familiari causano la perdita di valore del brand
Una situazione che ci siamo trovati ad affrontare, per conto di uno dei nostri assistiti, è stata quella della perdita di valore di un brand. Infatti, a seguito di alcuni aspri dissidi familiari, un membro della famiglia ha deciso d’uscire dalla compagine societaria e fondare la propria impresa.
La criticità è nata dal fatto che il socio uscente ha poi cercato di capire come registrare un marchio identico in ambito comunitario, visto e considerato che si trattava di un patronimico, ossia il cognome della famiglia alla quale apparteneva La situazione che si è venuta a creare è stata quella di una grossa confusione nel segmento di mercato, visto che i due brand sono entrati in conflitto sotto tutti i punti di vista.
La situazione che, all’apparenza può sembrare paradossale, invece può risultare più comune di quello che si possa pensare, soprattutto di fronte alla presenza di un patronimico, ossia ad un asset al quale ognuno dei membri della famiglia ritiene di averne un diritto esclusivo e, quindi, al quale non vuole rinunciare per nessun motivo.
La vicenda che ne è sorta, nel caso di specie, è stata quella di creare un aspro conflitto che ha portato, prima ad avere un brand identico in ambiti geografici differenti, sebbene la fonte imprenditoriale fosse differente, poi a determinare una completa confusione per gli utenti finali, fuorviati dalla differente comunicazione ed, infine, dal danno d’immagine che ne è conseguito per il brand.
Un esempio che può chiarire al meglio questa situazione particolare venutasi a creare è quella del doppio stand, presso una fiera di settore, con lo stesso brand, se si eccettua alcuni aspetti grafici differenti. Tale situazione ha creato non poco sconcerto tra gli operatori del settore, che hanno visto lo stesso brand confliggere con sé stesso con l’inevitabile ricaduta in termini d’immagine. Questa situazione ci fa comprendere come il costo registrazione marchio venga influenzato non solo e non tanto dagli onorari professionali per ottenerne la protezione, ma anche dal corretto utilizzo che se ne viene a fare nel corso del tempo.
Nel caso di specie, dopo la tutela da parte del socio uscente dalla compagine famigliare, avente lo stesso patronimico (https://www.ufficiobrevettimarchi.it/blog-post/listituto-dove-nascono-gli-stilisti-famosi/), ne è seguita la richiesta di cancellazione del brand da parte dei soci storici, la vertenza poi si è conclusa con una transazione che ha visto una spartizione degli ambiti geografici di commercializzazione, al fine di non creare altre inutili sovrapposizioni tra i due operatori di mercato.
Sebbene si sia trovato un traballante accordo conciliativo tra le parti, scontato dire che la vicenda ha determinato un significativo detrimento per il brand che, probabilmente, avrà conseguenze pregiudizievoli anche nel corso degli anni avvenire. Infatti, situazioni di questo genere inficia sia la fiducia degli utenti finali sia l’immagine di una realtà produttiva vista oramai in una situazione di stallo e di conflitto interno. Situazione di questo genere possono risultare più comuni di quello che si possa pensare, visto che gli interessi economici non sempre coincidono e si allineano con gli equilibri familiari.