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Cercare L’acquirente Per Il Proprio Brand

Molti utenti ci contattano, desiderosi di vendere il proprio marchio registrato. Cerchiamo di capire cosa comporta e cosa ne consegue, una volta presa questa decisione.

Cosa significa realmente mettere in vendita il proprio brand?

Una volta conseguita la registrazione di un marchio, oppure avendolo solo depositato, si potrà valutare di monetizzarlo, offrendolo al miglior offerente disponibile. Bisogna tenere in debita considerazione il fatto che non tutti i brand hanno un mercato, per la serie l’appeal varia da caso a caso. Ecco perché bisogna decidere di tutelare un marchio a ragion veduta, con la prospettiva che un giorno lo si vorrà/potrà rivendere. E’ questo, senza alcun ombra di dubbio, il fattore che potrà fare la differenza, altrimenti si ci ritroverà con un brand che risulterà invendibile, nonostante gli sforzi che si potranno compiere.

Il network dei possibili acquirenti

Senza dubbio gli studi professionali specializzati possiedono e/o fanno riferimento a dei network di potenziali soggetti interessati, desiderosi di procedere con la registrazione marchio oppure di accaparrarsene uno già tutelato. Ciò non toglie che non tutti i brand risulteranno appetibili sia perché alcuni segmenti di mercato sono poco dinamici o, addirittura, in declino, oppure semplicemente perché il brand in questione non presenta le potenzialità sufficienti per penetrare in segmento di mercato. Di conseguenza, i fattori che influenzano la decisione dei potenziali acquirenti sono numerosi, quindi, l’incontro tra domanda ed offerta presenta diverse variabili, da considerare di volta in volta.

Quali sono i fattori imprescindibili da considerare

Senza alcun ombra di dubbio le tempistiche per definire questo business sono lunghe, infatti l’acquirente cercherà di spuntare il prezzo migliore, allungando le trattative, nella speranza che il cedente, pur di “liberarsi del brand”, si accontenti di un’offerta più bassa. Acquistare un brand significa restarne vincolati vita natural durante, per la serie non si potrà poi modificarlo nel corso degli anni avvenire, ecco perché risulta decisivo ponderare con estrema attenzione se ne valga veramente la pena, oppure se convenga registrare un marchio ex novo.

Come sempre il fattore economico farà la differenza

L’aspetto che farà sempre la differenza sarà quello di riuscire a capire se il proprio budget disponibile incontrerà la volontà del cedente. Infatti, il rischio di ritrovarsi in una lunga “fase di stallo”, perché nessuna delle due parti è disposta a venire incontro all’altra, risulta concreto. Di conseguenza, si consiglia di non escludere mai a priori la possibilità di depositarne uno proprio, visto e considerato che il quanto costa registrare un marchio è sempre certo, a differenza dell’incontro tra la domanda e l’offerta che risulta sempre incerto. Ad ogni buon conto, suggeriamo sempre agli utenti che dovessero ritrovarsi in questa situazione, di affidarsi a dei professionisti della materia, per evitare di ritrovarsi in un limbo che possa pregiudicare il proprio business e che, a lungo andare, possa rivelarsi un boomerang.

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I Palazzi Storici Puntano Sul Brand

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un trend, via via sempre più in crescita, che riguarda i palazzi storici che, per essere salvaguardati, puntano sempre più spesso sul proprio marchio registrato.

La valorizzazione e la promozione dei beni artistici e culturali passa sugli strumenti più moderni, sia quelli legali sia quelli digitali. Una location rinomata e di prestigio non può privarsi dall’adottare tutti questi strumenti che possono invogliare i visitatori a riscoprire le bellezze del patrimonio artistico e monumentale italiano.

Alla luce di ciò, nasce l’esigenza di investire nel brand e di conoscere, quindi, quanto costa registrare un marchio per valutare quale strategia comunicativa poter adottare nel caso di specie.

Molte famiglie nobiliari (decadute e non) si vedono costrette ad “aprire le porte” dei propri palazzi storici, per poter far fronte agli enormi costi di gestione, necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei suddetti. Infatti, i vincoli artistici e della sovrintendenza comportano, spesso e  volentieri, interventi ben mirati e vincolati, per la serie non si può procedere discrezionalmente.

Alla luce di ciò, l’esigenza di affittare i suddetti palazzi storici per eventi di vario tipo, dalle conferenze ai matrimoni, necessita di registrare un marchio che possa rappresentare l’identità del palazzo e possa creare un certo appeal per fidelizzare la clientela di riferimento.

A questo proposito, si può valutare il cognome della famiglia nobiliare, oppure lo stemma e/o l’effige, qualora presente, oppure la location dove è sito il palazzo, compatibilmente con i limiti normativi previsti per la tutela delle indicazioni geografiche. La scelta chiaramente deve essere precisa e mirata, visto che dovrà poi veicolare la comunicazione agli utenti desiderosi di visitare e scoprire le bellezze architettoniche.

Uno dei business che risulta essere redditizio e sembra incontrare l’accoglimento del pubblico è quello delle cerimonie, matrimoni e non solo. A tal proposito, sono nati anche dei format televisivi, che hanno riscontrato un certo successo sulle reti televisive, che intrattengono il grande pubblico e fanno condividere gli eventi più glamour, organizzati presso questi palazzi. Ecco perché la registrazione marchio ha assunto un ruolo decisivo, visto e considerato che la propria location storica potrebbe diventare protagonista in uno di questi nuovi format televisivi.

Il palazzo storico diventa una meta di curiosi che, condivise in televisione le cerimonie dei personaggi noti e non solo, amano rivivere i piacevoli momenti, visitando direttamente gli ampi locali che hanno visti protagonisti i suddetti personaggi televisivi.

Il nostro Studio specializzato è in grado di fornirVi suggerimenti ed approfondimenti circa la possibile registrazione di un marchio, per tutelare al meglio l’immagine dei Vostri palazzi storici, deputati ad ospitare cerimonie ed eventi di ogni genere.

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Un Caso Particolare: Brand? Copyright? Design Multiplo?

Uno dei casi che ci è recentemente occorso ha riguardato la possibile tutela di un bersaglio per un poligono di tiro al bersaglio. Fin dall’inizio è stato piuttosto arduo comprendere se registrare un marchio, un copyright, oppure un design multiplo nel caso di specie, visto e considerato che si trattava di un oggetto ibrido, quindi, dal carattere non ben definito e delineato con esattezza.

Quali le caratteristiche dell’oggetto di possibile tutela?

Il bersaglio in questione presentava svariate figure geometriche, all’interno delle quali venivano rappresentate lettere o numeri o denominazioni, oltre ad un paio di disegni riproducenti delle stelle. Così come riprodotto, registrare marchio poteva risultare un’attività non pertinente, visto che gli elementi in questione, sia grafici sia denominativi, risultavano svariati, oltre al fatto che non ne emergeva uno in particolare. Di conseguenza, si è ritenuto opportuno valutare con cautela la possibile adozione del brand, quale possibile strumento di tutela.

Quali possibili strumenti alternativi di tutela?

Si è valutato di adottare un design multiplo, vista la presenza di numerose linee e contorni, soprassedendo così con la registrazione marchio. D’altro canto, il design fa riferimento ad un oggetto unico, dove ne vengono evidenziati i dettagli e le particolarità, più che un complesso di figure geometriche, rappresentate in ordine sparso. Alla luce di ciò, si è preso in considerazione anche il copyright, visto che, a tutti gli effetti, poteva essere interpretata quale opera dell’ingegno sui generis. Anche quest’ultimo strumento di tutela legale, dopo un’attenta analisi, si è rivelato non congruo e pertinente, visto che presentava solo alcuni dei requisiti previsti dalla normativa sul diritto d’autore.

Quale soluzione si è deciso di intraprendere?

Visto e considerato che la normativa non sempre permette di individuare ed identificare con esattezza scientifica la possibile vena creativa degli utenti, si è ritenuto di valutare alcune possibili varianti e modifiche che non stravolgessero il concept di fondo ma, al tempo stesso, permettessero di unire i benefici giuridici offerti dal marchio registrato con l’innovazione ideata e realizzata. Di conseguenza, si è pensato di introdurre graficamente un elemento denominativo prevalente, che potesse fungere da “cuore del marchio” e, al tempo stesso, di ridurre graficamente le dimensioni dei restanti elementi figurativi, assumendo la funzione di elementi di contorno.

L’investimento dai contorni precisi

La soluzione tecnico-operativa suggerita ha permesso di definire anche l’aspetto economico, vale a dire ha permesso di conoscere con esattezza quanto costa registrare un marchio. In questa maniera, definito anche il possibile esborso economico che si sarebbe dovuto sostenere, l’utente ha potuto esaminare la proposta nel suo complesso con tutti i dettagli del caso. Il fatto che i soggetti interessati al progetto siano più di due, consente loro di poter suddividere il possibile investimento decennale in pari quote percentuali, rendendo così la spesa decisamente accessibile e sostenibile.

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L’#Hashtag Può Affiancarsi Al Brand?

La diffusione dei social ha allargato le frontiere anche della Proprietà Intellettuale, che si ritrova a fare i conti con i nuovi strumenti di istant marketing e, quindi, deve dimostrarsi “al passo con i tempi”. Si nota un certo utilizzo del nuovo strumento di marketing, ossia dell’#hashtag, che si affianca al ben più nota registrazione marchio.

Da dove nasce questa nuova esigenza di marketing?

La necessità di acquisire dei contenuti specifici e “freschi” su una determinata materia, spesso in continua evoluzione, comporta di disporre di uno strumento digitale che possa velocemente individuarli, senza “girare a vuoto” per il web. Di conseguenza, più che un marchio registrato, tale funzione viene adempiuta dall’#hashtag, che intercetta i post ed i contenuti più rilevanti sulla tematica d’interesse. Una volta intercettati, gli #hashtag rivestiranno un punto d’incontro, una sorta di “salotto digitale” per tutti coloro desiderosi di aggiornarsi sulla tematica.

L’#hashtag può/deve essere registrato?

Chiunque decida di aprire un canale digitale mette e adisposizione uno spazio virtuale dove confrontarsi ed interagire costantemente sulla tematica, quindi, offre un servizio a molti. Di conseguenza, prima che lo stesso diventi virale e possa suscitare istinti di contraffazione da parte di terzi soggetti, sarebbe consigliabile tutelarlo a dovere, allo stesso modo di come avviene con la registrazione di un marchio. In caso contrario, chiunque potrebbe precedersi ed vantarsi magari di aver soffiato l’idea al legittimo ideatore, il mondo digitale necessita di azioni rapide e risolute, e non ammette indecisioni o incertezze.

Come si tutela l’#hashtag?

Il nuovo strumento di istant marketing può essere preservato con il registrare un marchio, vale a dire la procedura da adottare risulta la medesima, con l’unica accortezza di descrivere esattamente l’#hashtag che si vuole utilizzare in concreto. In questa maniera, si potrebbe ottenere un doppio beneficio, vale a dire l’#hashtag potrà rivestire ed assumere anche il ruolo di brand, quindi con un unico investimento decennale si potrebbe “portale a casa” entrambi. Tale strategia risulta ancora poco utilizzata dagli addetti ai lavori, quindi, una maggiore informazione può risultare certamente strategica, per prendere coscienza delle opportunità da non lasciarsi far scappare.

Quale investimento per  l’#hashtag?

Non ci sono sostanziali differenze economiche da dover sostenere rispetto al brand, quindi, per poter conoscere quanto si dovrebbe investire per tutelare un #hashtag, risulta sufficiente prendere coscienza di quanto costa registrare un marchio. Si suggerisce di valutare la rivendicazione delle classi merceologiche che comprendono il marketing, gli strumenti di comunicazione e la formazione, che racchiudono tuti i possibili utilizzi dell’#hashtag sul web e non solo. In questa maniera, si potrà conseguire la più ampia tutela legale esclusiva possibile per dieci anni, rinnovabile alla sua scadenza.

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Il Tour Operator Fidelizza I Clienti Con Il Brand

Visto e considerato che siamo nel pieno della stagione estiva, è d’obbligo esaminare come si presentano le agenzie turistiche, specialmente quelle che operano online. Tutte o quasi hanno oramai puntato sul proprio marchio registrato.

Le nuove agenzie turistiche operano solo online

Le nuove agenzie che si affacciano sul mercato turistico prediligono operare principalmente online, visto e considerato che il bacino d’utenza si è allargato, in ambito nazionale e non solo. Di conseguenza, l’esigenza di registrare un marchio è divenuto oramai imprescindibile per i vari tour operator, che hanno compreso che l’unico modo per rendersi credibili, affidabili e, quindi competitivi rispetto alle agenzie turistiche tradizionali, è quello di puntare sul valore aggiunto del brand.

Quali i vantaggi di puntare su un’agenzia online

Prima di tutti è possibile effettuare una scrematura della clientela “a monte”, per la serie sono molti i clienti che chiedono possibili soluzioni di viaggi e, poi, alla fine, non acquistano un pacchetto turistico. Di conseguenza, l’organizzazione dell’attività dovrebbe sempre tenere in debita considerazione questa criticità di base che può influire sull’intera gestione del business. Il forum in un website con il possibile range dei costi abbatte questa criticità e consente di gestire i soli clienti realmente propensi ad acquistare i pacchetti turistici promossi online. A tal proposito, è proprio la registrazione di un marchio che consente di scremare la possibile clientela, infatti, gli utenti si affacciano a navigare il website perchè il brand offre tutte le garanzie del caso.

I costi sono sempre più vantaggiosi per chi sceglie l’online

Sia per l’utente sia per il venditore dei pacchetti turistici i costi sono d’investimento risultano estremamente vantaggiosi. Per il primo, confrontando i costi di una agenzia tradizionale, può facilmente constatare che il risparmio è assicurato, sebbene dovrà essere consapevole che una certa attività di base dovrà essere svolta in prima persona, in buona sostanza, non ci si può certamente aspettare di essere completamente “serviti e riveriti”. Per quanto riguarda il venditore di servizi turistici, avendo puntato sul brand, quale canale di procacciamento esclusivo della propria clientela, dovrà previamente esaminare quanto costa registrare un marchio. Solo in questo maniera, conosciuti i costi dell’investimento, potrà programmare la propria attività nel corso degli anni avvenire.

Conclusioni

Nel recente passato, il nostro Studio professionale ha avuto modo di registrare marchio peruna società turistica che opera esclusivamente online. La suddetta offre pacchetti turistici siaa corto che a lungo viaggio, riuscendo così a soddisfare le esigenze di tutta la variegata clientela. Chiunque fosse interessato a conoscere i servizi forniti da questa società che opera esclusivamente online, può mettersi in contatto con il nostro Studio specializzato, al fine di poter conoscere tutta l’ampia tipologia di servizi turistici che la suddetta società offre.

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I Prodotti Ittici Sbarcano Online Per Il Proprio Brand

La vendita online è oramai sempre più diffusa ed adottata dagli operatori commerciali. Recentemente abbiamo constatato anche la nascita di e-commerce che propongono la vendita di prodotti ittici, una novità assoluta sul mercato online che, quindi, necessitano del relativo marchio registrato.

Da dove nasce questo business?

Bisogna ricordare che, tradizionalmente, il pescato fresco si acquista in pescheria, oppure presso il mercato cittadino. Il binomio freschezza-mercato è, infatti, ben radicato nelle mente dei consumatori che, quindi, necessitano di prendere dimestichezza con questa nuova forma di distribuzione e commercializzazione del prodotto ittico. Le mutate esigenze e necessità, soprattutto delle generazioni più giovani, hanno aperto la strada verso questa nuova forma di approvvigionamento alimentare.  Di conseguenza, i distributori hanno compreso la necessità di dover registrare marchio, per rendersi affidabili ed appetibili sul nuovo mercato online.

Quale valore aggiunto per questo nuovo business?

Indubbiamente la possibilità di vedersi recapitato direttamente a casa il pescato del giorno, una volta effettuato l’ordine online. Questo è certamente un bel vantaggio, che riduce i tempi ed i costi per i necessari spostamenti con l’auto da dover effettuare. Concordare in anticipo la consegna permette a questo nuovo business di fidelizzare una bella fetta di clientela che vuole ottimizzare i propri tempi durante la giornata. A tal proposito, il rivenditore/distributore dovrà però avere l’accortezza di curare previamente la propria immagine societaria, con la registrazione di un marchio. In questa maniera, domanda ed offerta troveranno più facilmente il proprio punto d’incontro.

Quale strategia digitale per i rivenditori/distributori?

Scontato dire che l’e-commerce dovrà essere curato nei minimi dettagli e costantemente aggiornato, visto che il pescato è un prodotto che va acquistato e consumato fresco. Di conseguenza, il registrare un marchio dovrà “andare a braccetto” con un sito web che dimostri attenzione alla clientela, per la serie informi sui prodotti ittici disponibili di settimana in settimana, che aggiorni il prezziario in base alla disponibilità del pescato ecc. ecco perché un webmaster risulta una figura professionale imprescindibili, visto che tale business si basa molto sull’informazione sempre aggiornata, se si vuole mantenere la propria affezionata clientela.

L’investimento per i rivenditori/distributori

Visto che la promozione, diffusione e la vendita dei prodotti ittici avviene online, risulta evidente che bisognerà stanziare dei budget su base annuale per avvalersi di webmaster affidabili, oltre che conoscere previamente quanto costa registrare un marchio, visto e considerato che il brand risulta il miglior viatico per consolidare il proprio business negli anni avvenire. Infatti, il business si sta innovando ed anche i tradizionali rivenditori/distributori devono “mettersi al passo con i tempi”, se vogliono restare competitivi in un mercato che risulta sempre essere più complesso ed articolato e dove i bisogni dei consumatori evolvono e richiedono sempre un maggior valore aggiunto.

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