Patent Box: come funziona l’agevolazione fiscale
Con la Legge di Stabilità del 2015 è stata introdotta una misura a sostegno delle aziende che promuovono e portano sul mercato nuovi brevetti, proprietà intellettuali e altre innovazioni. Stiamo parlando del Patent Box, un regime fiscale che permette di avere delle riduzioni d’imposta sugli utili derivati dall’utilizzo, dalla cessione in licenza o dalla vendita di un brevetto italiano nel mondo.Dal 2018 le cose sono un po’ cambiate. Vediamo come.
Un regime fiscale agevolato dei redditi derivanti dallo sfruttamento dei beni immateriali
Prima di vedere nel dettaglio le novità introdotte nel 2018, cerchiamo di capire un po’ meglio cosa sia il Patent Box, così come è stato ideato nel 2014 all’interno del pacchetto di riforme Investment Compact. Innanzitutto, non si tratta di una misura tutta italiana, bensì molte altre nazioni d’Europa hanno introdotto un regime simile, come il Belgio, l’Olanda, il Regno Unito e la Spagna.
Rinunciando a parte delle entrate fiscali derivanti dallo sfruttamento dei brevetti, lo Stato ha l’obiettivo di favorire l’innovazione e gli investimenti nello sviluppo delle aziende in Italia, permettendo in questo modo al PIL di crescere.
In particolare, citando il Ministero dello Sviluppo Economico:
“Il regime ha l’obiettivo di rendere il mercato italiano maggiormente attrattivo per gli investimenti nazionali ed esteri di lungo termine, tutelando al contempo la base imponibile italiana, in quanto:
- incentiva la collocazione in Italia dei beni immateriali attualmente detenuti all’estero da imprese italiane o estere;
- incentiva il mantenimento dei beni immateriali in Italia, evitandone la ricollocazione all’estero;
- favorisce l’investimento in attività di ricerca e sviluppo.”
Il regime fiscale agevolato è opzionale, quindi non si è obbligati ad aderirvi, e resta in vigore per i 5 periodi di imposta successivi alla sua adozione. Finito questo periodo, il regime è rinnovabile.
I costi che possono essere soggetti di agevolazione non sono solo quelli relativi alla ricerca e allo sviluppo, bensì anche quelli necessari a promuovere e pubblicizzare il bene ideato. Ciò sottolinea ancora di più quale sia il fine di una tale manovra fiscale: spingere l’innovazione in Italia e promuoverla nel mondo.
Patent Box 2018: le novità
Come dicevamo, dall’inizio del 2018, con la Manovra Correttiva alla Legge di Stabilità, la normativa del Patent Box è leggermente cambiata. Sono infatti esclusi dalle agevolazioni fiscali gli utili sui marchi di impresa. Restano invece invariate le agevolazioni sui brevetti, i disegni e i modelli, i software e il know how.
Dobbiamo però specificare che rientravano nel regime agevolato quei marchi cosiddetti “funzionalmente equivalenti ai brevetti” cioè quei marchi registrati che necessitano di ricerca e sviluppo per poter essere mantenuti o sviluppati. Difatti, erano già esclusi i marchi commerciali. Ma come mai dal 2018 sono stati rimossi anche questi particolari marchi? Con il Decreto Legge 50/2017 l’Italia si è semplicemente adeguata alle direttive dell’OCSE, che mirano a rendere omogenei tra loro i diversi Patent Box dei paesi membri, abbassando il rischio di concorrenza fiscale dannosa.
L’esclusione dei marchi di impresa dalle agevolazioni del Patent Box non si applica finché non sono finiti i 5 periodi di imposta in corso per le aziende che avevano già aderito. A differenza di prima, per loro l’opzione non è più rinnovabile.
Per maggiori informazioni sul Patent Box potete consultare il sito internet del Ministero dello sviluppo economico: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/patent-box, oltre che rivolgervi al vostro commercialista.
A prescindere dall’agevolazione previste, è importante registrare i marchi di impresa per tutelarsi e per sviluppare il proprio business. Se avete bisogno di una consulenza in materia di registrazione di marchi e brevetti, contattate il nostro studio specializzato.
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