Quali canali di vendita per un brand?
Ogni specifico business deve scovare i canali di vendita migliori che si adattino meglio alle peculiarità dei propri prodotti e/o servizi. In buona sostanza, non tutti i business sono uguali, quindi, non esiste una ricetta universale che possa essere applicata da tutti gli operatori commerciali. Vediamo alcuni esempi pratici per valorizzare al meglio il proprio marchio registrato.
Dove gli stores regalano ancora le migliori soddisfazioni?
Sicuramente la necessita’ di provare il prodotto po’ risultare ancora una remora psicologica per alcuni utenti, abituati da sempre a “toccare con mano” il prodotto prima di concludere l’acquisto. Ecco perche’ i prodotti più costosi, come i gioielli, le automobili ecc. vedono ancora la prevalenza dei classici canali di distribuzione presso gli store monomarca. Per queste tipologie di business il registrare marchio serve principalmente ad identificare l’origine e la provenienza imprenditoriale dei prodotti d’interesse, ossia quel luogo fisico di titolarità di quel brand che offre quello specifico prodotto.
Dove l’e-commerce regala le migliori soddisfazioni?
Indubbiamente la vendita online e’ diffusa oramai in tutti i settori, sebbene ce ne siano alcuni che si prestano meglio degli altri ad essere preferiti e scelti dai consumatori. Uno di questi e’ certamente la vendita dei dispositivi elettronici, maggiore scelta, prezzi più competitivi, scambio e permuta con i vecchi dispositivi hanno fatto si che questa tipologia di vendita e di servizi collaterali sia molto apprezzata dai consumatori. Lo stesso dicasi per i servizi professionali, che si sono spersonalizzati rispetto al passato, vale a dire il “passaparola” ha lasciato il posto alla più comoda e varia ricerca sui motori di ricerca, dove oramai si trova tutto ed il contrario di tutto. Ecco perche’ gli studi professionali hanno puntato sul registrare un marchio, vale a dire differenziarsi e rendersi unici nel mare magnum del web.
Non investire nel brand significa oramai ritrovarsi penalizzati
Uno degli esempi pratici e più comuni che si può indicare a questo proposito, e’ la prassi adottata da Amazon, ossia se vuoi vendere un certo tipo di prodotto sulla piattaforma, il richiedente dovra’ presentare il certificato o l’attestato che dimostra, senza alcuna ombra di dubbia, l’avvenuta registrazione di un marchio in Italia, nell’Unione Europea ecc.. Anche gli altri canali social oramai richiedono ai propri utenti di presentare il suddetto certificato in occasione di vertenze o di contestazioni che dovessero sorgere online. La richiesta di un formale riconoscimento e’ una garanzia per tutti, per gli utenti e per i richiedenti, oltre a potersi ritrovare un asset dall’indubbio valore economico e commerciale.
Quali costi di brand per poter esportare all’estero i propri prodotti?
In un contesto oramai globalizzato, i migliori affari potrebbero certamente rinvenirsi con l’esportazione dei propri prodotti all’estero. Ecco che nasce l’esigenza di comprendere quanto costa registrare un marchio all’estero, per preservare il proprio asset, per poter arrivare per primo nel segmento di mercato d’interesse, visto e considerato che alcuni mercati risultano oramai saturi per le crisi economiche, per i numerosi operatori presenti o solo perche’ il prodotto risulta oramai superato. Ovviamente, sara’ necessario studiare la normativa locale, affidarsi a dei distributori seri ed affidabili, conoscere la tipologia di consumatori ai quali poter vendere con i migliori successi ecc., per la serie “non e’ tutto oro quello che luccica”.
Conclusioni
Ogni specifico business per poter sperare di avere successo non potra’ certamente fare affidamento su quanto accaduto agli altri operatori, per la serie non e’ affatto scontato che la stessa ricetta possa funzionare per tutti, ecco perche’ sara’ bene personalizzare il proprio business, cominciando con la registrazione marchio. Affidarsi ad una catena di negozi in franchising, valorizzare l’attivita’ di SEO per il proprio e-commerce, utilizzare ancora la vecchia formula del rappresentante che gira tra i rivenditori, oppure puntare ad esportare i propri prodotti magari nei paesi in via di sviluppo, possono essere alcuni dei canali di vendita da percorrere, certamente non gli unici. Infatti, ad esempio, oggi come oggi risulta molto di moda la figura dell’influencer, ossia un personaggio noto nel mondo del web e sui social che posta, a destra e a manca, il prodotti da promuovere nella speranza che divenga virale.