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I cortometraggi ed il loro brand

Recentemente siamo stati contattati da un’associazione di promozione culturale, impegnata nella realizzazione di un concorso e di un bando per i cortometraggi cinematografici, con l’intento di registrare un marchio.

Da dove nasce il progetto?

Un gruppo di appassionati cinefili hanno costituito una specifica associazione nel tentativo di diffondere la cultura del cortometraggio, realizzabili con strumentazione e con un budget certamente alla portata di molti, a dispetti delle più complesse opere cinematografiche. Visto e considerato che la prima edizione del festival del cortometraggio si è rivelato un successo, oltre le aspettative, si è ritenuto che i tempi fossero maturi per registrare marchio a livello nazionale, al fine di evitare episodi di plagio e  di contraffazione.

Il bando ed il ruolo delle istituzioni

Una delle peculiarità di questo progetto è stato quello di definire i confini tra l’associazione di promozione culturale ed il Comune, patrocinatore dell’iniziativa. In buona sostanza, il marchio registrato, di titolarità esclusiva dell’associazione, poteva essere utilizzato dal Comune solo con il consenso dell’Associazione stessa, stipulando un apposito contratto di licenza per l’uso dello stesso. Infatti, la commistione dell’uso del marchio avrebbe potuto creare delle ambiguità sia sulla titolarità del marchio sia sulla modalità di utilizzo dello stesso. Ecco perché definire i confini è stato un passo obbligato per evitare inutili conflitti o equivoci tra le due parti.

L’investimento nell’iniziativa culturale

Di comune accordo tra i diversi associati e, dietro nostro suggerimento legale, si è deciso di co-intestare, con quote paritarie, la titolarità del marchio. Di conseguenza, il quanto costa registrare un marchio è stato ugualmente suddiviso tra i singoli co-titolari e co-investitori, al fine di bilanciare ed ottimizzare l’investimento da sostenere. Ovviamente, i vari soggetti privati coinvolti nel progetto dovranno impegnarsi ad utilizzare sempre il marchio in conformità alle iniziative culturali proposte dall’associazione. Nell’ipotesi in cui uno o più di uno decidesse di fuoriuscire dall’associazione, dovrà offrire agli altri associati la propria quota di titolarità del marchio, per consentire il proseguo del progetto tra gli iniziali fondatori dell’associazione.

Il ruolo del cortometraggio tra le opere d’arte

Questa forma d’espressione si è recentemente diffusa e ha “preso piede”, tanto da far pensare che si potessero realizzare dei veri  propri festival per la promozione e diffusione degli stessi. Di conseguenza, il passo successivo è stato quello di assicurarsi la registrazione di un marchio che potesse veicolare e comunicare al grande pubblico cinefilo tale forma d’espressione d’arte nei salotti cittadini, sia sotto forma di Festival d’autore sia sotto forma d’iniziative culturali ad ampio spettro. La risposta del pubblico non si è fatta attendere, infatti, le iniziative stanno crescendo e si stanno consolidando nei vari comuni italiani e potranno certamente fungere anche da volano per la diffusione del turismo in ambito locale. Ovviamente, il nostro Studio specializzato è stato onorato di poter partecipare, con il proprio contributo in termini d’assistenza legale, alla tutela del brand a livello nazionale.

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Il marchio di forma di un prodotto

Una delle questioni che suscita curiosità ma, al tempo stesso, anche perplessità tra gli utenti è quella del marchio registrato connotato da una forma peculiare e personalizzata. Quest’adozione dello strumento marchio è chiaramente una variante sul tema principale, ossia quelli del segno distintivo, quindi, non potrà che applicarsi in alcuni casi particolari e ben definiti.

Facciamo degli esempi concreti:

Uno degli esempi pratici ai quali solitamente si fa riferimento per rendere chiaro il concetto, è il famoso torrone al cioccolato della Toblerone, oppure il mattoncino della lego, oppure la bottiglia della Coca-Cola. Trattasi di forme costituite ad hoc, per comunicare la particolarità e la peculiarità del brand, per la serie non sono delle forme funzionali e finalizzate all’utilizzo concreto e standard del prodotto in questione, ma assumono una valenza “capricciosa”, non scontata, appositamente ideata e creata prima di registrare un marchio.

Facciamo un esempio concreto di un marchio di forma non riconosciuto:

A questo punto, per completezza, è giusto indicare un “esempio classico” di marchio di forma non riconosciuto, vale adire il famoso “Cubo di Rubik”. Dopo aver tentato la registrazione marchio, il richiedente se lo è visto annullare dal tribunale UE, nella causa Rubik’s Brand/Euipo – Simba Toys), visto e  considerato che le peculiarità della forma, ossia il cubo, servivano necessariamente per ruotare e raggiungere così l’obbiettivo della composizione delle varie facce caratterizzate dalla presenza dello stesso colore cromatico. In buona sostanza, non sussisteva nulla di non ovvio e di non scontato nel suddetto marchio tridimensionale.

Cosa cambia in termini d’investimento?

Non sussistono differenze in termini di costo procedurali e/o tasse da versare, quindi, il quanto costa registrare un marchio risulta esattamente il medesimo. Discorso ben diverso è comprendere quando si possa realmente adottare tale specifico strumento legale previsto dalla normativa. Sgombriamo subito il campo dalle incertezze dicendo che l’applicazione di tale strumento è residuale, per la serie sono poche le situazioni in cui conviene realmente fare affidamento a questa soluzione tecnico-giuridica, quindi, consigliamo la massima prudenza nell’approccio allo strumento ed il confronto con un professionista specializzato della materia.

A chi commissionare questa possibile attività creativa?

Senza alcun ombra di dubbio, è necessaria la presenza di un graphic designer specializzato che “lavori a braccetto” con il reparto tecnico di un’azienda e società, questo perché la funzionalità concreta del prodotto non dovrà essere pregiudicata dall’ideazione della forma capricciosa che il creativo grafico andrà ad elaborare. Di conseguenza, prima di poter giungere alla registrazione di un marchio, si dovrà ricercare il graphic designer che faccia al caso proprio, in grado fi fondere l’esigenza applicativa dell’utilizzazione del prodotto con un connotato inusuale e, possibilmente, unico ed innovativo.

Conclusioni

In definitiva, registrare marchio di forma passa sempre e comunque per tutta una serie di step procedurali, assolutamente non scontati e che impongono oculatezza ed estrema attenzione. La forma dovrà far conseguire al prodotto il proprio valore aggiunto, da comunicare poi nel segmento di mercato, sperando che il consumatore poi gli conferisca la giusta attenzione predilezione rispetto a quelli dei competitors.  Qualora si riesca ad ottenere un simile risultato, si potrà poi valutare anche l’adozione delle diverse forme di tutela, ossia dal design al brevetto per invenzione industriale, vale a dire completare e blindare la suddetta protezione legale esclusiva.

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Anche Il Movimento Delle Sardine Deposita Il Proprio Brand

Uno dei fenomeno sociali delle ultime settimane è quello del movimento delle sardine, ossia una generazione di giovani che si è affacciata sul palcoscenico italiano, catalizzando l’attenzione del grande pubblico con il loro nuovo marchio registrato.

Chi sono le sardine?

Trattasi di studenti, giovani lavoratori sparsi su tutto il territorio nazionale che,  nel corso delle ultime settimane, hanno deciso di “far  sentire la propria voce”, scendendo in piazza e manifestando pacificamente per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla presenza attiva di una fetta della popolazione. Tutti i mass media stanno rivolgendo la loro attenzione a questo gruppo di giovani e alla registrazione di un marchio che ha suscitato notevole appeal a livello nazionale e non solo. Preoccupati della presunta deriva populista che si starebbe diffondendo in tutto il Paese Italia, hanno deciso di tutelare in esclusiva il proprio brand, evitando così qualsivoglia plagio o contraffazione e per evitare così possibili strumentalizzazioni della loro comunicazione da parte di terzi soggetti.

Perché questo nuovo movimento?

La presunta deriva populista, la mancanza di risposte certe da parte della politica attuale, sempre più lontana dall’ascoltare i bisogni e le esigenze concrete della gente, avrebbero fato scuotere questo movimento, in continua crescita, sia nei numeri sia nelle iniziative di manifestazioni, che si susseguono da nord a sud, con la prospettiva di sbarcare anche nelle piazze europee e quelle americane. La registrazione marchio si è rivelato un passo obbligato, visto e  considerato che orami tutto fa audience e si diffonde in maniera virale sui social, il rischio che qualcun altro possa veicolare, a proprio uso e consumo, il nuovo trend del momento, ha fatto ci si sia affrettati a tutelare il proprio brand, peraltro molto originale e creativo, ossia una dicitura   “6.000 sardine” con la figura dei pesci, oltre ad una nuvola che ricorda il celebre fumetto.

Quale brand per il proprio simbolo del movimento?

La scelta è ricaduta sul registrare un marchio comunitario, ossia oltre i confini puramente nazionali, visto che il progetto del movimento è quello di sensibilizzare gli italiani che sono all’estero, e non solo, organizzando eventi e flash mob in diversi Paesi dell’Unione Europea. Di conseguenza, gli organizzatori delle sardine si sono rivolti all’EUIPO, competente a livello comunitario, ad accogliere le richieste con efficacia in tutti gli attuali n. 28 Paesi dell’Unione europea.  Depositata la richiesta, bisognerà attendere tra 4 mesi circa il buon esito, con l’emissione del relativo certificato che attesterà l’ottenuta tutela.

Quale investimento per le sardine?

Visto e  considerato che i quattro organizzatori, tutti stati tutti ugualmente presenti ed attivi nell’organizzazione dei vari eventi che, oramai, si susseguono da diverse settimane a questa parte, si è deciso di co-intestare il brand in quote uguali. In questa maniera, il relativo investimento, ossia il quanto costa registrare un marchio è stato ammortizzato e  spalmato tra i 4 soggetti per il prossimo decennio di validità esclusiva, al termine del quale si valuterà se rinnovarlo o meno. Ovviamente, la co-intestazione del brand comporterà una linea d’utilizzo comune e coerente tra i vari co-intestatari, vale a dire i singoli compartecipanti saranno quindi responsabilizzati a non andare oltre quello che è il messaggio che il movimento si propone di veicolare nel corso dell’organizzazione dei prossimi eventi già calendarizzati.

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Avvocato Esperto In Marchi E Brevetti

Molti utenti che ci contattano hanno, preliminarmente, bisogno di comprendere il ruolo dell’avvocato esperto in marchi e brevetti, dopodiché potranno entrare nel merito della valutazione del marchio registrato.

Perché scegliere un avvocato esperto?

Si tratta di affrontare una materia giuridica specialistica, quindi, oltre ad una preparazione mirata, comporta la necessità di aver maturato e consolidato una specifica esperienza professionale. Ovviamente, registrare marchio italiano può essere gestito anche da un avvocato non specializzato, mentre per quanto concerne i depositi internazionali, le risposte alle azioni ufficiali presso i vari uffici competenti, ci si dovrebbe avvalere si uno studio specializzato. Oggi è possibile farlo con una certa facilità, visto e considerato che l’offerta, soprattutto online, è cresciuta e consente di poter beneficiare di un servizio pratico ed efficace per tutti gli utenti interessati.

Quali servizi si possono beneficiare presso un avvocato specializzato?

Inizialmente, consigliamo di sottoporre la questione al professionista, usufruendo di una consulenza che possa servire all’utente di inquadrare al meglio la questione, conoscere la portata della vicenda in essere, comprendere se lo studio possa fare al caso nostro ecc. In questa maniera, si potrà comprendere se la questione risulta di facile soluzione, le tempistiche di definizione, ovviamente i costi da, eventualmente, sostenere, il rapporto costi-benefici. A titolo d’esempio, perché la ricerca d’anteriorità per identità e similitudine è sempre consigliabile, sebbene comporti dei costi? Perché non conviene registrare un marchio al buio? Queste ed altre questioni potranno chiarirci la tipologia ed il ruolo dei servizi legali disponibili, potranno consentirci di fare un piccolo “corso di formazione”, conoscere per poter poi operare al meglio.

Il ruolo dell’avvocato esperto

Come anticipato, l’avvocato esperto svolge un ruolo di consulente e, quindi, è tenuto a fornire un’ampia e dettagliata consulenza a tutti gli utenti, una sorta di corso di formazione, pratico e concreto, per consentire all’utente di poter apprendere i concetti di base e potersi così districare all’interno della materia specialistica. Infatti, prima di poter valutare e decidere se procedere o meno con la registrazione di un marchio, è assolutamente consigliabile “prendere confidenza” con i concetti di base di natura giuridica, al fine di poter decidere con cognizione di causa.

Il proprio budget di spesa

Una delle tematiche che risulta spesso e volentieri decisiva è quella di comprendere cosa si celi concretamente dietro al quanto costa registrare un marchio, al fine di poter valutare se l’attività eventualmente da intraprendere risulti compatibile o meno con il proprio budget di spesa. Solitamente trattasi di attività una tantum, vale a dure che non necessitano poi di dover essere ripetute nel corso degli anni avvenire, in particolare possono suddividersi in attività di tutela, come ad adempio i depositi, oppure di attività di difesa, come ad esempio le risposte alle possibili azioni ufficiali, oppure d’attività di valorizzazione del marchio, come ad esempio i vari contratti di cessione, di licenza, di merchandising ecc. Ognuna di esse, inevitabilmente, comporterà dei costi differenti, legati anche alla specificità del caso in esame.

Conclusione

In definitiva, consigliamo di selezionare ed avvalersi dell’avvocato esperto che possa risultare più adatto alle proprie esigenze pratiche, sia di natura economica sia di natura consulenziale. Ovviamente, nulla impedirà poi all’utente che non dovesse aver gradito i servizi di uno specifico professionista, ad esempio per la registrazione marchio, di poterlo in seguito cambiare, oggi come oggi l’offerta specialistica si è molto ampliata e risulta facile da reperire soprattutto online.

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I Bandi Del Ministero Dello Sviluppo Economico Italiano

Molti utenti ci “chiedono lumi” sui bandi ministeriali che consentono di beneficiare di finanziamenti a fondo perduto per il marchio registrato.  Cerchiamo di capire come funzionano e come beneficiare o meno di questi strumenti.

Che cosa soni bandi ministeriali?

Il Ministero con cadenze annuali investe nell’innovazione, per consentire ai nuovi imprenditoriali e non solo di poter entrare nel mercato e nell’imprenditoria e, quindi, poter competere nel proprio segmento di mercato. I suddetti bandi riguardano la tutela dei brevetti, dei design multipli e la registrazione marchio, vale a dire tutti gli strumenti legali che, di volta in volta, occorrono all’azienda per poter tutelare la propria innovazione, i propri prodotti, servizi ecc.

Cosa bisogna sapere di questi bandi?

Ovviamente la presentazione della semplice richiesta ministeriale non garantisce l’ottenimento del finanziamento a fondo perduto,  per la serie  tutt’altro che scontato sia perche’ le risorse sono limitate sia perche’ coloro che presentano numerose richieste, vale a dire le grosse aziende, hanno maggiori probabilità di ottenere i suddetti finanziamenti per la registrazione di un marchio.

Un altro requisito obbligatorio da dover soddisfare e’ quello di dover prima depositare un brevetto, un design multiplo o un marchio, e, poi poter richiedere di accedere al finanziamento.

Conviene presentare la richiesta di finanziamento a fondo perduto?

Altro aspetto non trascurabile da dover previamente considerare e’ quello della difficoltà e complessità di tale attività, per la serie qualora si abbia una certa dimestichezza con i bandi ministeriali, allora ci si potrà cimentare in prima persona, altrimenti bisognerà ricorrere ad un professionista specializzato  che, inevitabilmente, avrà dei costi professionali da dover sostenere, senza poter assicurare in concreto l’ottenimento del finanziamento, per la serie non c’e’ la garanzia assoluta che l’attività vada in porto.  Di conseguenza,  il quanto costa registrare un marchio deve tenere in considerazione anche di quest’eventuale attività, qualora si voglia tentare di richiedere il possibile finanziamento a fondo perduto.

Quale strategia adottare per i bandi ministeriali?

Certamente la possibile attività comporta del tempo e delle competenze amministrative, qualora ci decida si procedere direttamente in prima persona, converrà fare un tentativo magari perche’ l’investimento ha comportato diverse spese, come quelle di un grafico e di un avvocato specializzato, per la serie il registrare marchio si e’ rivelato certamente un progetto dispendioso.

In caso contrario, qualora il marchio sia stato depositato in prima persona, ossia senza l’ausilio di un grafico e di un avvocato specializzato, allora ingaggiare appositamente un consulente per richiedere il finanziamento a fondo perduto che potrebbe quantificarsi in qualche centinaia di Euro, potrebbe non avere molto senso e rivelarsi, quindi, antieconomico.

Conclusioni

Il nostro studio specializzato si  già occupato di tale attività ministeriale, quindi,  e’ in grado di assisterVi e consigliarVi al meglio sull’opportunità di intraprendere o meno questa possibile attività di richiesta finanziamento a fondo perduto, che possa riguardare il registrare un marchio e non solo. Saremo lieti di approfondire il Vostro caso specifico ed orientarVi nella possibile scelta, al fine di ottimizzare i tempi ed i costi da dover eventualmente affrontare.

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Il Logo: La Nuova Frontiera Del Brand

Esaminiamo quest’oggi la tematica del logo registrato da una prospettiva diversa e particolare, visto che molti utenti ce l’hanno richiesto. La mole dei brand cresce ogni anno, soprattutto in quei Paesi (Cina, Taiwan ecc.) che hanno visto una crescita economica esponenziale nel corso degli ultimi anni.

Può il logo essere la nuova strategia di brand?

Constatiamo come tutelare un brand in Cina, Taiwan ecc. risulti sempre più complesso, visto che, oramai, la politica del depositare i nomi ed i cognomi risulta piuttosto inflazionata ed ha raggiunto dei livelli di saturazione non indifferente. Di conseguenza, ci viene in soccorso il registrare logo,  vale a dire la strategia di orientarsi sul solo aspetto grafico, privo della componente denominativa,  per comunicare il proprio brand in tali Paesi. Indubbiamente per noi occidentali, legati da sempre alla scrittura, passare all’immagine, alla figura, all’illustrazione ecc. potrebbe risultare un cambiamento difficile da digerire, quantomeno inizialmente.

Perché il logo può sostituire la denominazione?

La risposta può rinvenirsi nel fatto che registrare un logo risulta, oramai, molto più semplice ed immediato, per la serie risulta poco probabile che vengano sollevate delle obiezioni e contestazioni da parte del locale Ufficio Marchi e/o dei terzi soggetti titolari dei marchi anteriori già registrati. Ovviamente, stiamo parlando di loghi dal design creativo, originale e connotati da una certa capacità distintiva, quindi, vengono esclusi quei loghi che sono il frutto di plagio o contraffazione, ossia sono stati ripresi dai concept oggetto di tutela dei terzi soggetti.

Il logo: opportunità o nuovo costo da sostenere?

Le obiezioni che gli imprenditori potrebbero sollevarci sono legate al fatto che un design ed un concept innovativo comporta il dover “rimettere mano al portafoglio”, per la serie quanto costa registrare un logo? Oggi come oggi ci sono soluzioni grafiche per tutte le tasche, ossia ci sono abili Freelancer, italiani e stranieri, che possono essere ingaggiati online e con i quali concordare un prezzo che possa venire incontro al proprio budget. Orientarsi e scegliere di tutelare un logo costituisce un’opportunità da non lasciarsi scappare, visto e  considerato che le relazioni imprenditoriali con Paesi strategici come la Cina sono una realtà già da diversi anni.

Quali sono i vantaggi concreti del puntare sul logo?

Oltre alla maggior facilità di ottenere burocraticamente la registrazione logo, anche la previa ricerca per le banche dati risulta semplificata, infatti, si potrebbe anche valutare di non condurla, nell’ipotesi in cui il concept grafico risulti effettivamente creativo, vale  dire frutto dell’ispirazione e del talento grafico di un professionista specializzato. Di conseguenza, l’investimento sarebbe ottimizzato e l’attesa dell’iter di registrazione si rivelerebbe una mera formalità. In aggiunta, il logo avrebbe certamente un maggior impatto visivo e  comunicativo sui consumatori cinesi, visto e  considerato che i caratteri latini dei marchi denominativi risultano spesso e volentieri difficili da comprendere e potrebbero, addirittura, assumere un connotato negativo nella corrispondente traduzione / traslitterazione cinese.

Il logo è ancora uno strumento poco utilizzato

Constatiamo a tutt’oggi che sono ancora poche le aziende che decidono di puntare sulla registrazione di un logo, quale unica componente del proprio brand. Trattasi più che altro di un aspetto culturale ancora diffuso tra gli operatori sul mercato, ma che potrebbe pregiudicare le diverse opportunità di business. D’atro canto, visto il livello di saturazione oramai raggiunto dal “classico” brand denominativo, suggeriamo sia per le start-up sia per le società che sono già consolidate nei propri segmenti di mercato di approfondire la suddetta tematica con i propri professionisti di fiducia e di non farsi scappare quest’opportunità per il proprio business.

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