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Il brand a sostegno del brevetto d’invenzione

Gli strumenti di tutela della Proprietà Industriale svolgono funzioni ben precise, mentre non risulta infrequente che la creatività umana partorisca invenzioni, trovati tecnologici che risultano ibridi, oppure a metà strada tra  l’invenzione ed il brand. Ecco perché, spesso e volentieri, il professionista deve ricorrere alla propria esperienza, maturata sul campo, per adottare un marchio registrato che, magari, si adatta meglio alle esigenze dell’utente.

Alcuni esempi concreti

Ci sono invenzioni di natura procedimentale, sequenze di operazioni, meccaniche e non, che potrebbero essere facilmente bypassabili da terzi soggetti nell’inevitabile sviluppo tecnico-industriale. Ecco perché, il know-how segreto può rivelarsi preferibile per alcune invenzioni ma, al tempo stesso, registrare marchio può certificare e legittimare una tutela esclusiva. Abbiamo affrontato casi di bottiglie di spumate lasciate fermentare e conservate in mare, oppure moduli abitativi di ultima generazione che erano caratterizzati da dei procedimenti di operazioni, più che vere e proprie invenzioni tecniche.

Come procedere in questi casi?

Come anticipato, il brevetto d’invenzione, oppure il modello per modello d’utilità potrebbero rivelarsi non consoni, oppure riduttivi a far conseguire una tutela concreta, ecco perché la registrazione marchio potrebbe, sia pure indirettamente, certificare il nuovo procedimento ideato e realizzato, necessario per far conseguire un risultato tecnologicamente innovativo, oppure che consenta di ottenere una nuova applicazione industriale. Ovviamente,  il brand non è una soluzione che si adatta in tutte le fattispecie, quindi, un attento e previo esame sul caso di specie risulta altamente consigliabile.

I vantaggi che si possono conseguire

Il primo vantaggio, certamente non trascurabile, è quello di natura economica, per la serie il quanto costa registrare un marchio risulta sempre più conveniente del brevetto d’invenzione, sebbene il brand svolga una differente funzione protettiva.  In aggiunta, il rinnovo è teoricamente possibile all’infinito e viene fatto su base decennale, per la serie il possibile investimento viene facilmente spalmato di anno in anno, oltre a restare vita natural durante nella titolarità esclusiva del richiedente.

Conclusioni

Tutto sopra considerato, vogliamo sgombrare il campo dal definire i due strumenti legali siano intercambiabili, per la serie registrare un marchio non può sostituire gli obiettivi che si prefigge il brevetto d’invenzione, ognuno di essi ha modalità d’impiego, presupposti legali ben differenti e delineati. Il nostro compito è quello di indicare delle soluzioni alternative, che possono essere applicate sulla base delle specifiche esigenze imprenditoriali, che variano da situazione a situazione.

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Il brand del noleggio delle auto di lusso

Uno dei segmenti di mercato che ha visto una crescita costante nel corso degli ultimi mesi è certamente quello del noleggio delle auto di lusso. Di conseguenza, le società di noleggio non possono più prescindere dal conseguire il proprio marchio registrato.

Quali sono gli aspetti che attirano maggiormente i consumatori?

Indubbiamente, il fascino delle supercar ha sempre conquistato gli appassionati e non, desiderosi di poter guidare uno di questi bolidi, quantomeno per un’occasione ed un evento speciale della loro vita. Di conseguenza, si sono diffuse diverse società di noleggio su tutto il territorio nazionale che hanno ben presto compreso che non fosse più possibile prescindere dal registrare un marchio che li identificasse e li distinguesse dai competitors.

Gli eventi come occasione per noleggiare una supercar

Manifestazioni, eventi personali o di rappresentanza, tutto oramai serve per promuovere il proprio business o per celebrare con amici o parenti i giorni da ricordare. Ecco il palcoscenico giusto per esibire una supercar, che comunichi lusso, esclusività agli ospiti partecipanti. Gli utenti privilegiano le scelgono le società di noleggio auto che risultino più affidabili e credibili, in grado di fornire un “servizio chiavi in mano”, ecco che il registrare marchio diviene uno dei canali di scelta dei consumatori, attenti a dare preferenza a chi tutela al meglio i propri asset intangibili.

Quali investimenti per il brand delle società di noleggio auto?

Certamente l’Italia in primis, un nome accattivante e moderno risulta la scelta consigliabile per il brand della propria società di noleggio auto, poi dove e quando investire risulta una scelta da ponderare con attenzione. Visto e  considerato che le società hanno delgi accordi con aeroporti in ambito internazionale, per favorire i clienti esteri ad usufruire dei servizi di noleggio, si consiglia di valutare il quanto costa registrare di un marchio quantomeno in ambito comunitario, visto che i servizi di noleggio sono oramai usufruibili e prenotabili online dalle diverse nazioni estere.

Le possibili sponsorship delle società di noleggio

Gli eventi mondani, culturali ecc. sono una valida occasione per fare della pubblicità alla propria società di noleggio auto, quindi, la registrazione di un marchio deve essere in bella vista sui cartelloni promo-pubblicitari, sui pannelli digitali di ultima generazione, oltre al fatto che le società di noleggio potrebbero contribuire economicamente alla buona riuscita della serata e dell’evento compartecipando ai costi di gestione. Infatti, più l’evento risulta esclusiva, perché vedrà la partecipazione di VIP, più la possibilità di promuovere e presentare i propri servizi commerciali risulterà a” numero chiuso”. Farsi conoscere i occasione di questi eventi può risultare decisivo per la crescita del proprio business.

Conclusioni

Consigliamo a tutte le società di noleggio auto che vogliano affacciarsi e, quindi, consolidare il proprio business in questo segmento di mercato, di valutare con estrema attenzione la possibilità di avvalersi di una registrazione marchio per riuscire ad acquisire maggiori quote di mercato.

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La ricetta gastronomica di un piatto

Una delle richieste che ricorrono tra i nostri utenti è quella della ricetta gastronomica e sullo specifico strumento legale da adottare per tutelarlo in esclusiva. Appurato che non è possibile adottare un brevetto d’invenzione, nulla impedisce di ricorrere al marchio registrato, vediamo come.

La ricetta gastronomica deve rimanere segreta?

Ancora oggi, gli chef più famosi preferiscono non rivelare gli ingredienti che compongono i loro piatti, questo perché una volta divulgati sarebbero facilmente riproducibili da chiunque. Visto e considerato che si tratta di studio e sperimentazione, il segreto risulta ancora lo strumento più efficace di tutela. Ciò non toglie che un piatto possa diventare noto al grande pubblico per il nome che lo chef gli ha riservato. Di conseguenza, entra in scena la registrazione di un marchio che consente di legittimarlo in esclusiva, senza la necessità di dover rivelare gli ingredienti  che lo compongono.

Quali nomi adottano gli chef per i propri piatti?

La scelta è variegata, dalle denominazioni di fantasia, da un neologismo, al nomignolo o appellativi dello chef stesso. Infatti, sia lo chef sia il  nome del piatto stesso potranno acquisire una rapida notorietà, ecco perché registrare un marchio risulta essenziale. Si tratta solo di affibbiare al piatto un nome che catalizzi l’interesse dei consumatori, facilmente memorizzabile e con un prevedibile appeal. Il culto del cibo e la notorietà della cucina italiana farà il resto.

Investire nel piatto gastronomico?

Da quello che abbiamo potuto appurare dagli utenti che ci contattano, ogni chef, ristorante gode di una certa fama, reputazione in virtù di almeno un piatto che lo rende noto alla collettività, ecco perché consigliamo quantomeno di informarsi sul quanto costa registrare un marchio, per valutare il possibile investimento decennale. Le continue trasmissioni che affollano i palinsesti televisivi è indice che il business culinario è in costante crescita sia in Italia sia all’estero, quindi, solitamente il relativo investimento economico viene rapidamente ammortizzato e permette di sfruttarlo appieno.

Cosa tutela in concreto il nome del piatto?

Come anticipato, non si tratta di svelare la ricetta culinaria, alla quale ogni chef risulta intimamente legato, oltre che geloso, ma si tratta si tutelare in esclusiva l’appellativo  che verrà utilizzato dal grande pubblico, in questa maniera si avrà il perfetto equilibrio tra la segretezza della ricetta e la tutela del nome, in virtù dell’attività di registrazione marchio.

Conclusioni

Sulla base della nostra esperienza professionale, riteniamo che registrare marchio sarà il canale privilegiato, che acquisirà sempre più ampia diffusione tra gli addetti ai lavori nel segmento del mercato culinario, in grado di preservare in esclusiva i propri diritti e concedere loro visibilità commerciale.

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Le tipografie: un valido alleato per la nascita di un brand

Spesso e volentieri si sottovaluta il ruolo delle Tipografie e delle cartotecniche nella creazione di un qualsivoglia brand. Infatti, le prove, i test tipografici, la realizzazione del packaging sui nascenti prodotti, gioca un ruolo di fondamentale importanza sul marchio registrato.

IL ruolo cartaceo riveste ancora un certo appeal, soprattutto per questi prodotti che, tradizionalmente, vengono imballati e commercializzati grazie ad un packaging che può fare la differenza rispetto a quello dei competitors. Infatti, registrare un marchio significa che il brand deve avere una resa cartacea significativa, ossia colpire visivamente ed attrarre i consumatori grazie alla lucentezza delle carta, lo spessore, il pregio delle finiture, i dettagli ecc.

Alla luce di ciò, è sempre opportuno avvalersi di un fornitore qualificato, possibilmente specializzato, che disponga di tecniche digitali all’avanguardia, soprattutto per chi, in fase di start-up,  necessita di stampare dei bassi quantitativi di scatole e di packaging. Di conseguenza, colui che abbia l’intenzione di procedere con la registrazione di un marchio, dovrebbe premunirsi di affidarsi ad un tecnico tipografo d’esperienza in grado di effettuare, per tempo, tutte le verifiche grafiche e cartacee del caso, prevenendo eventuali criticità che si possano presentare.

La scelta della carta ad hoc, della grammatura, del peso, della stampa digitale, oppure a caldo, dei dettagli da curare, di comune accordo con il grafico, faranno certamente la differenza rispetto ai competitors, soprattutto in quei segmenti di mercato che risultano saturi, quindi, dove qualsivoglia elemento d’appeal può fare la differenza tra il vendere ed il non vendere. Ecco perché registrare un marchio lo si deve vedere anche alla prova del packaging, per comprendere la giusta presentazione e valorizzazione del prodotto prima della sua uscita sul mercato.

Risulta scontato evidenziare che l’investimento del quanto costa registrare un marchio non possa ricomprendere anche i costi tipografici della cartotecnica, solitamente impegnativi e legati alla qualità della carta che verrà scelta per contraddistinguere la confezione del prodotto da mettere sul mercato. Ciò non toglie che l’investimento tipografico consentirà di verificare effettivamente come il brand ideato e, poi, registrato si presenti al grande pubblico, quali reazioni e quali emozioni possa suscitare nel possibile acquirente.

Il nostro studio specializzato resta a Vostra disposizione per approfondire la tematica d’interesse e fornirVi alcuni suggeriemnti utili che potrebbero indirizzarVi nella scelta del possibile fornitore che possa fare al caso Vostro.

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Contraffazione nelle case editrici

Uno dei segmenti di mercato più attivi e dinamici è certamente quello delle case editrici, in particolare nel settore della scolastica, che sforna ogni anno diverse copertine e nuovi testi. In questo settore, la contraffazione risulta piuttosto elevata, visto che la creatività non può risultare “un fiume in piena”! Cerchiamo di capire se e quando conviene ricorrere al marchio registrato.

Quali sono i “cavalli di battaglia” dei testi per la scolastica

Certamente le copertine ed i contenuti, sui quali si gioca la scelta di un testo piuttosto che un altro da parte dei professori. Di conseguenza, si pone il problema se tutelare in esclusiva il design della copertina di un testo, oppure semplicemente divulgarlo presso il pubblico scolastico. Indubbiamente, registrare un marchio, oppure un design  è una soluzione che tutelerebbe dalla concorrenza, d’altro canto, visto il numero di copertine da sfornare ogni anno, investire in maniera continua ed ininterrotta sulla tutela legale esclusiva dovrebbe rivelarsi oneroso nel lungo periodo.

Quali soluzioni si adottano?

Visto e considerato che non esiste una soluzione valida “per tutte le stagioni”, ogni casa editrice si regola diversamente dalle altre. Infatti, c’è chi decide di soprassedere per policy aziendale, chi decide di puntare esclusivamente sulla registrazione marchio del proprio nome societario, chi adotta la tutela del design multiplo, certo del fatto che differenziarsi possa creare un certo valore aggiunto rispetto ai competitors. Di conseguenza, il panorama nell’editoria risulta piuttosto variegato ed articolato, visto che ogni singola realtà ha un proprio budget per gli investimenti al quale dover fare riferimento.

Quanto investono le case editrici?

La risposta è legata alla quota di mercato detenuta da ciascuna casa editrice, ossia dalle prevedibili vendite annuali di un testo in nuova uscita, ossia una quota parte dei prevedibili fatturati di vendita annuale potrà essere investita nella proprietà intellettuale, per preservare le copertine, gli aspetti grafici ecc. Ecco perché risulta essenziale conoscere quanto costa registrare un marchio, un design multiplo ecc., comprendere quali aspetti creativi meritano o meno una protezione legale esclusiva ecc. Infatti, certamente non si potrà tutelare la “comune base creativa” sulla quale tutte le case editrici si ispirano e si basano, ma certamente gli aspetti di design, i loghi originali che dovessero essere partoriti dai grafici specializzati.

Conclusioni

A livello pratico, suggeriamo sempre un continuo confronto del management della casa editrice con il professionista specializzato, che possa consigliare quali copertine, design tutelare o meno con la registrazione di un marchio, un design multiplo ecc., al fine di trovare un buon bilanciamento tra il budget da poter investire e le creazioni grafiche meritevoli di un’adeguata tutela legale esclusiva. Riteniamo che una ponderata valutazione degli elementi di marketing, legali, creativi ed economici possa costituire il giusto mix per preservare al meglio il prodotto editoriale annuale delle dverse case editrici.

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Il verbale di deposito di un marchio registrato

Molti utenti dimostrano non poche incertezze di fronte al verbale d’avvenuto deposito del proprio marchio. Vediamo di sgombrare il campo da possibile confusione che si può creare caso di specie.

A cosa serve il verbale d’avvenuto deposito del marchio?

Il verbale, rilanciato dal Ministero dello Sviluppo Economico, attesta sia l’inizio dell’iter di registrazione di un marchio sia che il marchio risulta già valido ed efficace in esclusiva. Di conseguenza, tale documento è valido ed efficace a tuti gli effetti di legge, perché la normativa concede l’efficacia giuridica esclusiva fin dalla data di deposito del marchio.

Deposito vs. registrazione

Non si deve sottovalutare la tutela dell’avvenuto deposito del marchio, per la serie non si deve cadere nell’errore che il solo marchio registrato risulti valido ed efficace. Infatti, a differenza di altri paesi, ad esempio la Cina, in Italia abbiamo già modo di godere e beneficiare dei correlati diritti d’esclusiva, senza dover necessariamente aspettare la data di registrazione.

Da dove nasce la confusione?

La confusione nasce dal fatto che all’utente può risultare che il marchio depositato sia sospeso, per la serie un marchio di serie B, ecco perché chiariamo sempre che, avendo già condotto la previa ricerca di similitudine d’anteriorità e, avendo conseguito esiti positivi e confortanti, il marchio depositato equivale, a tutti gli effetti, alla registrazione marchio. Infatti, sarà impossibile ricevere delle obiezioni e contestazioni, visto e considerato che la previa ricerca ha già dissipato qualsivoglia dubbio in merito.

Il solo deposito del marchio risulta già un investimento ottimizzato?

La risposta è affermativa, infatti, dopo aver tentennato inizialmente sul prendere la decisione, soprattutto per tutti coloro che basano la propria scelta sul solo quanto costa registrare un marchio, gli utenti possono già godersi i benefici dell’avvenuto deposito del proprio marchio, senza dover obbligatoriamente attendere le lunghe tempistiche ministeriali per l’emissione della concessione.

Conclusioni

Tutto quanto ciò considerato, quindi, non bisogna certamente fossilizzarsi sulle tempistiche del registrare un marchio, infatti, il deposito non risulta una tutela a metà del proprio brand, ma un’efficacia piena e completa a tutti gli effetti. Il disporre del verbale di deposito risulta di fondamentale importanza, infatti,  con lo stesso è possibile difendersi da possibili contraffazioni, essere legittimati ad assumere iniziative di contrasto nei confronti di terzi soggetti ed attestare l’esclusiva della quale già si gode, senza limitazione alcuna. Di conseguenza, confermiamo la strategicità del verbale d’avvento deposito che, consigliamo di conservare con la massima accuratezza del caso.

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